lunedì 20 aprile 2009

Meno creativi, meno premi, meno costi.

Allora è ufficiale. Le iscrizioni di lavori ai concorsi creativi sono in netto calo. L'organizzazione di Cannes non conferma e lascia libero il campo ai gossip. Chi dice venti, chi dice venticinque per cento in meno. Neanche il tempo di capire il senso di questa indiscrezione internazionale, che all'assemblea ADCI di fine marzo si mormora tra i pochi soci presenti che le iscrizioni di lavori dell’annual siano al 30 per cento. Non il 30 per cento in meno. Il 30 per cento. Meno 70 sull’anno precedente. Qualche maligno già diceva che, invece dell’annual, si sarebbe impaginato un folder. Per fortuna, con un rush finale degli ultimi giorni, ecco che la tendenza di Cannes si conferma anche per il maggior premio creativo nazionale. Il calo è leggermente superiore al venti per cento. Lo storico tesoriere Biffi, ieri sera al telefono, da amico si è sentito di confermare che quei soldi sono già in banca. Il tono di voce era però quello di un uomo che ha appena recuperato colore e circolazione del sangue.

Ora, fuor d'ironia, non vorrei proprio essere uno che vive del business dei classici concorsi creativi. Che calino le iscrizioni anche fuori dal nostro paese, non vuol dire solo che ci sono meno soldi investiti dalle agenzie nella speranza di mettersi premi in bacheca. Vuol dire che siamo alla fine di un percorso molto lucido delle stesse agenzie. Cominciato dieci anni fa con la dichiarazione: “Mai più costosi guru creativi”. E terminato in questi giorni con la messa sotto tutela WWF dei creativi pubblicitari, ormai razza in via di estinzione. Ci sono tanti impiegati, molti indipendenti, alcuni disoccupati, qualche pensionato. I creativi, quelli che volevano fare solo le campagne belle ed alla fine dell’anno chiedevano l’aumento di stipendio in base ai premi vinti, non ci sono quasi più. Quei pochi, appartenenti ad una comunità da proteggere con tenerezza, vengono mostrati agli allievi delle elementari nelle gite fuori porta organizzate dalla maestra.

Viene da chiedere ai nostri lettori se al termine di questo darwiniano percorso la razza sia migliorata. O se si sia modificata in una nuova forma, ancora da comprendere e catalogare.

(pasquale diaferia)

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