venerdì 1 aprile 2011

Mr.Diaferia goes to Washington (anche: Italy’s Tech State of The Art).




E’ andata. Leggete in altra parte del giornale la cronaca di Andrea Gervasi sul Convegno “Donne e Dignità” promosso da TP, che si è tenuto ieri, 31 marzo, alla Camera dei Deputati.

Quello che porto a casa, dalla gita romana, è la conferma delle cose che ho imparato nelle mie ventennali frequentazioni romane: Ministeri vari, sala Stampa di Palazzo Chigi, qualche amico dirigente di Compagnie Parastatali o di Ente Radiotelevisivo e simili amenità.

Roma è fantastica perché tutto digerisce, senza scomporsi.
Ad esempio l’onorevole Mussolini, uscendo fuori tema, ma giustificandolo col fatto che concordava sul fatto che in tv si vedono sconcezze, ci ha informato che il digitale terrestre è riuscito in un miracolo: non si vedono più i sei canali base, in compenso si vedono un sacco di cose che sarebbe stato meglio evitare. Senza entrare nel dettaglio di cosa sarebbe meglio non vedere, tema sempre caro ai censori, stavo per domandarle se il digitale terrestre, invenzione tutta italiana, fosse da attribuire a mie responsabilità o al documento di riassetto del sistema radiotelevisivo firmato anni ed anni fa dal suo collega Gasparri. Domanda che mi potevo permettere, in quanto non ho interessi sul tema: non produco né commercializzo decoder digitali, né possiedo reti tv. Ma sul più bello la signora è scappata, dimostrando che Roma è bella per questo. Alla fine, le colpe non sono di nessuno: Mentre i pochi successi hanno tanti, tantissimi padri.

I Palazzi sono fantastici nel loro rapporto con la tecnologia. Non stupisce il fatto che tutte le presentazioni rischino di saltare perché, nella sala più high-tech del secondo ramo del parlamento, non sia reperibile un normale jack audio. Non provoca sorrisi il fatto che tutti i relatori, in una sala con due enormi schermi, non abbiano un ritorno video di quello che alla sala viene proiettato. L'unico, sconsolato tecnico dice che hanno sempre fatto così. Lo stesso addetto dichiara serafico che il PC disponibile in regia non dispone di alcun software per scelta dei Servizi di Sicurezza. Allora che ce l’hanno messo a fare? E soprattutto, i Servizi sono gli stessi che hanno aiutato a scrivere la legge Pisanu, quella che ci impedisce, unico paese al mondo, di usare le reti wifi in pubblico?.

Per finire, Uomini e Donne della politica sono deliziosi nel loro candido ed analogico approccio al pubblico. Continuano a privilegiare la parola, senza nessun tipo di altro supporto. Al massimo, qualcuno solleva delle foto, o delle copertine di giornale, visibili solo alle prime file, per portare ulteriori elementi alle parole. Tutti usano foglietti con appunti (con l’eccezione dell’onorevole Concia, che scorre lo speech sul suo iPad: ma l’effetto è comunque lo stesso, solo un filo più contemporary). Altrove ho visto che i politici, da tempo immemore come gli uomini azienda, o gestiscono le presentazioni in forma di show multimediali, o si circondano di gente che diventa scenografia naturale, oltre che metatesto. Obama insegna. Ieri ho scoperto che da noi la tecnologia serve al massimo per mandare sms agli amici, durante i discorsi degli altri.

Eppure è stato un bellissimo pomeriggio. Sala piena, un ministro in più rispetto al programma previsto (un Matteoli asciutto ma competente sul tema), una ex parlamentare come la Francescato che si aggiunge all’ultimo momento con un intervento di grande qualità.

Tra le tante relazioni, mi ha particolarmente colpito quella di Daniela Brancati, donna che nelle stanze di potere c’è stata come dirigente Rai: ha ricordato a tutti che il rapporto con la pubblicità negli ultimi anni è nettamente migliorato. Che si parte da più tre, non da meno due. Che l'ADV è comunque di qualità diversa, nel suo rapporto con le donne. Che di questo bisogna dare atto a chi la creatività la fa. E la Brancati lo dimostra creando un concorso per premia la pubblicità amica delle donne: segno che c’è, e va segnalata. Mica male, sembrava che gli unici brutti, sporchi e cattivi, in questo paese, fossero i creativi pubblicitari.

Ma forse perché continuavano a confondere gli Olivieri, i Terryrichardson, i Lapi, i Corona ed i Lelemori con noi ed i nostri colleghi. Mentre invece quei poveretti sono comici di giro. Adesso, dopo la passeggiata nel Cuore del Potere (nella giornata degli schiaffi in Parlamento e dell'intervento di Napolitano a ricordare che "lotta politica" è una metafora, non una specialità olimpica), possiamo tornare a lavorare. Di una cosa siamo certi: la quasi decina di politici che erano lì, se domani dovranno parlare del nostro mestiere, chiameranno un creativo o un presidente di associazione. Non un fotografo in pensione.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Pasquale condivido pienamente tutto ciò che dici.

sarebbe stato bello esserci.

a prestissimo
angelo

Anonimo ha detto...

sei kalòs kai agazòs ossia,tu mi insegni, bello buono e intelligente,il nostro moderno Eroe greco.
Una tua ammiratrice

Anonimo ha detto...

"Di una cosa siamo certi: la quasi decina di politici che erano lì, se domani dovranno parlare del nostro mestiere, chiameranno un creativo o un presidente di associazione. Non un fotografo in pensione"

Vorrei condividere questa tua certezza... ma resto fortemente dubbioso!

Tommaso

Redazione ha detto...

@ tommaso
sono più ottimista di te. lunedì c'è un altro convegno, sempre a roma, di adci.
l'associazione peri e dispare sta lavorando bene, ed il suo decalogo è sottoscritto da parecchie aziende.
ci sono altre associazioni che si stanno muovendo.

per una volta esci dai tuoi dubbi.
se hai qualcosa da dire, questo è il momento. se hai progetti da proporre, adeso ci sono attenzione e consapevolezza.

per fare gli scettici c'è sempre tempo...

Anonimo ha detto...

Caro Pasquale,
il mio scetticismo non si riferiva al tema oggetto del convegno, ma solo ed esclusivamente a quanto hai affarmeto - IMHO - con toni un po' troppo perentori: tu sei certo dei politici, io invece credo (credo: non "sono certo") che quelli presenti lì sapessero probabilmente già prima che i fotografi in pensione non sono pubblicitari. E ancor di più sono dubbioso sul fatto che la stragrande maggioranza di tutti gli altri possa cambiare opinione... E' vero che il ribaltonismo è caratteristica sin troppo diffusa nella nostra classe politica, ma quando si vuole finire sui giornali per avere quei 15" di notorietà di cui sono sempre in caccia continua a essere è più facile citare/condannare Toscani che non un qualsiasi altro (bravo o meno bravo non fa differenza) professionista del settore.
La mia considerazione è tutto qui.
Non ho progetti da proporre se non andando a votare e cambiando praticamente in massa nomi e facce di chi ci governa.

Tommaso

PS: se vuoi ne discutiamo di persona a Cannes, dopo Daltrey quest'anno tocca a Patti Smith... ;-)