giovedì 24 novembre 2011

Ci si associa per essere più forti.


Questa è la ragione per cui martedì scorso ha formalmente dato le dimissioni dall’Art Directors Club Italiano. Qui trovate la mia pagina personale del club, se volete dargli un'occhiata, immagino che resterà ancora per poco on line. Per logica conseguenza (come spiegherò meglio più avanti) ho rinunciato anche alla carica di vicepresidente di TP, che ricoprivo da poche settimane. Il mio posto nel consiglio di amministrazione di Pubblicità Progresso, sempre per conto di TP, era in naturale scadenza. Con questo post concludo anche l’attività di blogger in questa sede. Voglio cominciare quindi ringraziando il mio editore Salvatore Sagone, che tre anni fa ha trasformato un mio personale momento di trasizione nella bellissima esperienza editoriale, professionale e umana di Lato B.

Cos'è successo? L’ho anticipato nel titolo. Se un’esperienza associativa rende più debole te e l'ambiente in cui vivi e lavori, è il caso di mollare, come mi è successo con ADCI. Di conseguenza, per evitare che si pensi che io usi poi altri ruoli rilevanti come opportunità per vendette, come qualcuno ha cominciato a sussurrare, preferisco farmi da parte anche da TP, con grande rimpianto per un’associazione sana e piena di ottime persone. Ma voglio evitare di creare debolezza ad amici come il presidente Biagio Vanacore, che mi ha dato fiducia e pensava che da dirigente avrei potuto portare maggiore forza alla sua organizzazione. So che dispiace molto a lui e a tanti soci TP, ma non voglio avere scheletri nel mio armadio: a maggior ragione desidero che non ce ne siano, per di più miei, in quelli degli altri.

Per essere ancora più chiari sulla successione degli eventi, sulla lista dell’ADCI il moderatore Till Neuburg, storico socio ed ex consigliere, mi ha definito, al netto della sofisticatezza retorica, una persona sporca, non propositiva, negativa.
Purtroppo questo è avvenuto nella più classica ed incauta delle maniere, in uno sciagurato ed insultante messaggio privato: per un forward sbagliato è stato letto, invece che dal suo naturale destinatario, il presidente Guastini, da tutta la comunità della lista. Inutile sottolineare che il ridicolo della bassa capacità di maneggio della tecnologia si accoppia al fatto che chi scrive al presidente insulti nascosti è lo stesso Till che si sperticava in lodi pubbliche sul mio libro The HeadLiners non più tardi di qualche giorno fa. Ma tant’è.

A volte basta chiedere scusa. Neuburg, invece, si difendeva in una successiva mail pubblica attaccando, e confermando, reo confesso nel pieno possesso delle sue facoltà, che tutto quello che aveva detto di me era denigrazione pura. Una confessione che si concludeva con la richiesta di scuse al club ed alla lista, ma non certo a me. Confermava parola per parola, anzi alzava la posta. Insomma da parte lesa, sono diventato il problema. Senza peraltro nessuna evidenza, nessuna prova, nessun supporto logico.

In condizioni normali, lo statuto guida le decisioni. La slealtà nei confronti di un socio è cosa grave. Personalmente chiedevo solo le scuse pubbliche, ed un passo indietro del “moderato Till” da “moderatore della lista di discussione ADCI”. Non mi sembrava cosa sconveniente, considerando che chi ha quel compito dovrebbe abbassare i toni e stimolare la cultura, non incendiare i campi di grano e denigrare i soci.

Il presidente Guastini, forse perché coinvolto come destinatario della lettera (e in effetti, perché proprio con lui Neuburg condivideva gli insulti?), non ha voluto prendere posizione: ci considera “tutti e due uguali”. Mi invita ad adire i probiviri, se mi sento parte lesa. Io, davanti a Ponzio Pilato, ho preferito dare le dimissioni da un club a cui appartengo di diritto da 15 anni, in cui ho ricoperto il ruolo di consigliere, proboviro, presidente di giuria e che mi ha inviato come primo italiano della storia nella Giuria Cyber di Cannes. Come qualcuno ha scritto sulla lista, la sensazione è che anche nel club dei creativi ci sia “qualche socio che è più uguale degli altri”. D’altronde, la vita è specchio della società: come ha detto tempo fa Pasquale Barbella, la pubblicità non può essere migliore di un paese che sembra la mia stanza da bagno. L’errore è stato credere che quello che succede in altre stanze non avvenga tra di noi solo perché si usano le parole magiche: “Unione”, “Trasparenza”, “Etica”.

Ho chiamato subito Vanacore, a cui ho chiesto di liberarmi dal ruolo da vicepresidente TP, anche perché prevedeva una delicata delega esterna. Infatti i primi commenti e le prime dichiarazioni di solidarietà di amici, in privato, mi invitavano ad usare l’altra associazione per una sorta di vendetta trasversale verso ADCI. A parte che non mi interessa vendicarmi (ho già troppo lavoro da fare e cose da costruire), trovo che potrebbe essere davvero limitante, in un ruolo pubblico, che mie decisioni o posizioni in un’associazione come TP possano essere abbinate a vicende tristi come quella degli insulti del “Saggio e Distratto Neuburg”, il poco moderato moderatore dell’ADCI.

Anche la scelta di terminare l’esperienza con LatoB è per evitare di mettere in imbarazzo Salvatore Sagone, che mi ha sempre dato massima libertà: so che non si è mai pentito di quello che è stato scritto e delle battaglie che sono state combattute. Ma lascio anche per evitare che qualcuno sia anche solo sfiorato dal pensiero che possa usare questo blog per strumentali vendette o riscatti personali. La reputazione di LatoB è, per fortuna e per la fatica di chi ci ha scritto, ben altra.

A chi mi ha detto che sono l’unico in questo paese che rinuncia ad incarichi e posizioni, ho risposto: so che di solito stanno attaccati alle poltrone perfino quelli condannati, eppure sono felice di sembrare un fesso rispetto all'apparente normalità. Ma se il mio aforisma preferito è "Preferisco avere ragione all'incirca che precisamente torto", immaginate come mi senta ad avere "precisamente ragione".

Alla fine mi consolo mantenendo solo l'associazione ad una delle più prestigiose istituzioni di Creativi al mondo, l'ADC di New York. Ha come claim "Connect, Provoke, Elevate": non sentirò insomma la mancanza di "Trama, Insulta, Seppellisci."

Per questo oggi mi sento semplicemente forte e felice, anche se solo. Certo, resterò con le persone che lavorano con me. Resterò con i clienti che continuano a darmi la loro fiducia. Resterò con i consorziati di Raccolta Differenziata, che ancora credono in progetti comuni regolati da una leale stretta di mano. Resterò con i ragazzi che ancora mi chiedono consigli o vogliono condividere pezzi di strada con me. Alla fine, sono la mia propositività, la mia credibilità e la mia pulizia che mi permettono di fare questa scelta, che mi metteranno in relazione con queste persone, che mi permetteranno di esibire la mia reputazione. Non le mie membership o i titoli associativi.

Certo, il problema resta a chi, cercando forza nell’associazionismo, permette a singoli di perseguire progetti personali, interessi di bottega, modalità discutibili e volgari. Con l’aggravante di presentarsi paladini dell’etica professionale.

Il commento più bello l’ha scritto proprio il presidente Guastini, ricordando che per il club “sono una risorsa”, e citando a dimostrazione il fatto che la provocazione nata da Massimo Gnocchi e dal mio post sullo IAP stava producento un incontro con il segretario dell’Istituto di Autodisciplina. Purtroppo Guastini ha scritto anche il più sgradevole: “Sei tu che te ne vai”. Forse gli sfugge il fatto che si tratta di scelta obbligata perché né lui ha difeso la mia onorabilità di socio, nelle forme previste dal ruolo, né alcuno, come sempre è stato, aveva ragioni per potermi cacciare. Certo, a differenza del presidente, sono molti quelli che mi hanno scritto, in pubblico o privatamente, solidarizzando e chiedendomi di rimanere in ADCI.

Li ringrazio, ma non posso dedicare tempo ed energie a far notare a Guastini, che come ha scritto in un'altra mail "ha molto da fare", un fatto semplice, ma complesso: alcuni tra quelli rimasti nel club non rendono più forte l’associazione e gli associati, nonostante l'attivismo suo e di altri dirigenti. Come peraltro dimostrano gli ultimi anni di vita del club.

Ovviamente tutti sono liberi di pensarla diversamente. Tutti potranno esprimere qui opinioni opposte, come è sempre stata pratica di questo blog, che contintuerà il suo percorso di successo con la compagnia editoriale che lo controlla.

A me non resta quindi che ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito e sostenuto.

Ma in particolare un grazie a quelli che mi hanno criticato. Parlo di chi ci ha messo la faccia e la firma. Quelli che non lavorano nell’ombra, e ti criticano sensatamente, sono le persone che mi hanno fatto crescere negli anni. Mi hanno fatto diventare quello che sono: una orgogliosa, felice, griffata e microcopica pi piccola.

Il resto lo lasciamo alle persone grandissime. E debolissime.

Pasquale Diaferia

4 commenti:

Fabio ha detto...

Questo è stato il post inviato sulla ADCI-List da Fabio Ferri (consigliere) il 22 nov (2 giorni fa) alla prima proposta di dimissioni da parte di Pasquale Diaferia.

A ADCI-List:

"Pasquale.

Non sei un problema per questa lista.
Ma, come tutti i soci, sei una una risorsa.
Preziosa.

Quindi, come socio e amico che ti stima, ti invito calorosamente, a ritirare le tue dimissioni formali da socio adci.

Non ha vinto nessuno.
Non ha perso nessuno.

Ci sono tante battaglie davanti a noi da affrontare.
E ci sarà bisogno di tutte le nostre differenze.
E intelligenze.

Fabio
(:<)>ciccio
Ferri

PS: Ripeto Pasquale. Tu non sei un problema nel club. A meno che tu non voglia esserlo."

Al mio post sono seguiti tanti altri di soci che ti invitavano a restare.

Ma poi, ognuno di noi è adulto e vaccinato.
E fa le sue scelte.
Peccato.

Ciao P Piccola.

Fabio ha detto...

Questo è stato il post inviato sulla ADCI-List da Fabio Ferri (consigliere) il 22 nov (2 giorni fa) alla prima proposta di dimissioni da parte di Pasquale Diaferia.

A ADCI-List:

"Pasquale.

Non sei un problema per questa lista.
Ma, come tutti i soci, sei una una risorsa.
Preziosa.

Quindi, come socio e amico che ti stima, ti invito calorosamente, a ritirare le tue dimissioni formali da socio adci.

Non ha vinto nessuno.
Non ha perso nessuno.

Ci sono tante battaglie davanti a noi da affrontare.
E ci sarà bisogno di tutte le nostre differenze.
E intelligenze.

Fabio
(:<)>ciccio
Ferri

PS: Ripeto Pasquale. Tu non sei un problema nel club. A meno che tu non voglia esserlo."

Al mio post sono seguiti tanti altri di soci che ti invitavano a restare.

Ma poi, ognuno di noi è adulto e vaccinato.
E fa le sue scelte.
Peccato.

Ciao P Piccola.

Redazione ha detto...

grazie Fabio,

confermi che quello che ho scritto è vero: molte persone mi hanno chiesto di restare.

Avrei però preferito che allegassi a commento gli ultimi insulti in lista di ieri.

Quindi non è un peccato. E' meglio così: continuerò a lavorare da solo, come già detto, senza problemi.

Non ho bisogno di ricevere ordini, non ho bisogno di alzarmi in piedi sulla sedia per aver una prospettiva più profonda.

Ne ho tante di cose da fare, come già ribadito. Molte nelle mie attività da creativo, molte anche per la nostra comunità: come è successo in questi ultimi anni, le farò senza il club. Esattamente come senza ADCI ho creato Raccolta Differenziata, Le città invisibili di Milano, The HeadLiners.

Sono adulto e vaccinato, e proprio per questo sono in grado di fare delle scelte. E sono sicuro che per me questa è la migliore.

Con altrettanta onestà, chiedetevi se però le scelte che sono state fatte per il club sono le migliori. So che tu, che sei uno intellettualmente tosto, la domanda e lai sarai già posta.

saluti
pasquale

Redazione ha detto...

Caro Pasquale. Ho atteso qualche giorno per commentare le tue scelte recenti. Non voglio entrare nel merito dei tuoi rapporti con le associazioni alle quali ti riferisci nel tuo appassionato post. Il commento di Fabio Ferri mi pare saggio e non richiede altre parole. Per quanto mi riguarda non nascondo il dispiacere di vedere questo blog privato di un importante contributo di pensiero e di stimolo per tutto il comparto della comunicazione. Mi auguro, anzi ne sono certo, che in un prossimo futuro tornerai ad esprimere le tue idee, a volte anche scomode, su questo spazio aperto a tutte le voci e a tutte le opinioni. Rinnovo la mia stima nei confronti della tua onestà intellettuale che ti ha sempre contraddistinto nella tua attività giornalistica.
Questo mio commento vuole essere quindi un arrivederci, convinto che faremo insieme ancora cose utili e interessanti.
A presto!
Salvatore Sagone