lunedì 19 gennaio 2009

Rai e pubblicità. Biasi propone: torniamo a Carosello!

Rai 1 potrebbe ospitare soltanto due spazi di mezz’ora ciascuno, intorno alle 20.30 e alle 22.30, dedicati a spot pubblicitari di un minuto che abbiano una finalità di entertainment finalizzato alla comunicazione del prodotto. Per il creativo (nella foto)sarebbe un’opportunità anche per il rilancio della creatività italiana.

Quanto accaduto in Francia non può essere ignorato, anche nel nostro paese. All'indomani dell'entrata in vigore del nuovo sistema che regola la pubblicità televisiva sulla rete di Stato France Télévision anche in Italia ci si interroga su quella che al momento altro non è che una suggestione: le reti Rai, o soltanto qualcuna di esse, senza pubblicità. Suggestione raccolta da ADVexpress che sta conducendo un'inchiesta presso i principali operatori del mercato. Argomento che il presidente dell'Upa Lorenzo Sassoli ha valutato con molto interesse rimandando un'analisi più approfondita al Summit sulla comunicazione previsto a Roma per marzo.

interviene sull'argomento. Lo fa a modo suo, in maniera diretta e propositiva. La sua proposta è di tornare a Carosello, il format pubblicitario tipicamente italiano che dal 3 febbraio del 1957 al 1° gennaio del 1977 ha accompagnato la crescita di tre generazioni.

Perché questa idea? "Partiamo da una premessa – dichiara Biasi ad ADVexpress - . Un provvedimento del genere, alla francese, era nell'aria. Nella cara, vecchia Europa, evidentemente, la pubblicità viene ancora percepita come un qualcosa di scomodo ma necessario. Una percezione che, forse, nasconde una atavica contrapposizione al commercio. È quindi necessario che noi creativi ci rimbocchiamo le maniche e pensiamo a una soluzione. Perché non introdurre una versione moderna del Carosello?".

Si spieghi meglio. "Penso a un vero e proprio spettacolo della durata di mezz'ora, dove i contenuti sono spot, a pagamento ovviamente, di circa un minuto dove il 60% viene dedicato a un entertainment finalizzato al rimanente 40% che è comunicazione sul prodotto. Insomma, una rivisitazione del vecchio Carosello dove la parte che precedeva il famoso codino di 30 secondi era totalmente scollegato al prodotto e alle sue caratteristiche".

Una bomba. Immaginiamo già quella parte di creativi che da decenni urla contro il retaggio di Carosello, individuando proprio in quel format il peccato originale della pubblicità televisiva italiana. "Invece no – afferma convinto Biasi – . Le marche più famose e amate in Italia sono proprio quelle che hanno fatto la propria fortuna con Carosello, da Barilla a China Martini, da Cynar a Paulista, ecc.. Inoltre, Carosello vendeva prodotti trovando una motivazione spettacolare. Non a caso oggi a Carosello sono dedicati vari siti, e i giovani di oggi hanno nei suoi confronti una curiosità elevatissima".

Ma come funzionerebbe, in pratica, la sua proposta? "Ovvio che occorre un ripensamento del sistema televisivo pubblico. Ma senza invocare rivoluzioni eclatanti. Si potrebbe partire da una sola rete, Rai 1 ad esempio, dove siano previsti due Caroselli: uno, intorno alle 20.30, per una fascia più popolare, da bollino verde per intenderci, dove i bambini possono assistere senza problemi; e una per un pubblico più adulto, in seconda serata,verso le 22.30. Con questa caratterizzazione fortemente spettacolare della pubblicità televisiva non solo si darebbe nuova energia all'industria dello spot ma significherebbe vendere gli spazi a un prezzo più caro limitando così, o addirittura azzerando, la perdita di fatturato che deriverebbe dalla riduzione o dall'azzeramento stesso della sua presenza. Infine, la pubblicità smetterebbe di venire percepita come una fastidiosa interruzione".

"Sono certo che questa formula funzionerebbe – conclude Biasi – e che l'esempio verrebbe seguito anche dalle altre reti".

www.advexpress.it



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