giovedì 21 maggio 2009

L’orgoglio di fare un mestiere civile: il pubblicitario.


Stamattina ho visto il solito notiziario tv in pillole, all’alba. Nel primo break pubblicitario, passa uno spot dove una famosa auto italiana ospita alcun famosi personaggi pubblici, tipo Ingrid Betancourt. Gente che in passato è stata imprigionata sotto dittatura o rapita da terroristi scende dall’ammiraglia italiana e sorride.
Una sorta di “Oui, je suis Cathrine Deneuve” dei diritti civili.

Mi pareva di averlo già visto. Ma stamattina, alla fine dei 30 secondi, la porta dell’auto di lusso è stata aperta da un commesso in divisa: dentro la berlina dirigenziale non c’era nessuno. Ed un super discreto ricordava che Lancia supporta la battaglia del Premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, recentemente riarrestata dal regime che l’aveva altrettanto da poco messa ai domiciliari.

Si tratta comunque di un film trasmesso lo scorso dicembre per il Summit dei Nobel per la Pace, ma in onda oggi diventa devvero geniale. Non voglio qui perdermi in discussioni creativo strategiche sull’opportunità della casa torinese di usare un fatto di cronaca a suo favore, o sulla sempre poco praticata, almeno nel nostro paese, tempestività dell’instant advertising.

Non voglio farmi distrarre da simili quisquilie. Per la prima volta dopo tanto tempo mi sono sentito di nuovo orgoglioso di fare questo mestiere. Voglio ringraziare pubblicamente i creativi e i manager dell’Armando Testa che hanno colto l'idea di ripassare in broadcast lo spot a tempo di record (la signora Kyi è stata riarrestata solo due giorni fa).

In un paese dove le prime cinque cariche dello stato non possono essere processate, dove il sistema informativo spesso si limita a seguire la corrente, dove l’indice di bassa credibilità ospita ai primissimi posti le professioni di politico, giornalista, sindacalista, avvocato e simili, fa piacere vedere che dai pubblicitari, categoria altrettanto poco stimata, arrivano segnali di civiltà e difesa dei valori che solitamente sono di altri personaggi.

Non so perchè, ma mi è tornato in mente Enzo, e quella sua baldoniana curiosità di "sapere perchè la gente prende in mano un mitra per difendere i suoi diritti" che ce l'ha tolto in maniera drammatica.

Insomma, oggi vado a lavorare davvero felice. Anch’io sono un pubblicitario.

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