domenica 7 giugno 2009

Dietro le linee del nemico.




Non ditelo a nessuno, ma la scorsa settimana, ospite di HSM, ho seguito un seminar di Jeremy Hope, forse uno dei più importanti guru del mondo per i CFO, i Chief Financial Officier.

Si proprio quei direttori finanziari che, da almeno una decina d’anni, hanno imposto a tutti i mercati e a tutte le industry una sola visione: quella per cui qualunque cosa tu produca, il vero profitto lo fai muovendo soldi, o guadagnando sul movimento di soldi che non ci sono, probabilmente sono di carta, forse non hai, e sicuramente non sono tuoi. Avete visto come è finita.

Sono stato tutta la giornata in compagnia di questo opinion maker, circondato da una quarantina di CFO di importanti aziende nazionali. Ho apprezzato il desiderio di recuperare la linea e la reputazione, dopo i disastri di questi ultimi 12/24 mesi.

Acquattato dietro le linee di quelli che considero la controparte, ho scoperto una cosa importante. Quando mi lamentavo che in un lavoro come il nostro, dove si producono idee, immateriali ma di grande valore, i finanziari sarebbero diventati un freno, non uno stimolo, non mi sarei mai aspettato di vedere quello che ho visto.

Per aiutare i CFO a riprendere il cammino, non sono stati prodotti grafici, dimostrate tesi, inventati software, scolpite leggi nel marmo. E’ stata mostrata una campagna pubblicitaria della Coca Cola, che tutti avete visto qualche settimana fa sui maggiori quotidiani. E’ quella con il segno imbronciato e l’invito a girare la pagina, per scoprire che un grugno, ruotato di 180 gradi, nasconde sempre uno smiley.

Ho trovato bellissimo che anche i CFO, per trovare la via d’uscita da una crisi che è in massima parte di loro responsabilità, abbiano bisogno di un pezzo di comunicazione, sentano la necessità di un’idea forte e di una bella esecuzione. Che sono il nostro regno, il nostro lavoro quotidiano, il nostro principale skill. Non il loro.

Visti da dentro le loro trincee, devo confessarvi che i finanziari sono alla disperata ricerca di noi creativi. Non lo confesseranno mai. Forse non riescono a razionalizzarlo.

Vediamo di approfittarne. Cominciamo a dialogare con il nemico, per ritornare ad essere il motore del nostro mestiere. Ci stanno riuscendo israeliani e palestinesi (a sentire Obama). Volete che non ce la facciamo noi?

(pasquale diaferia)

1 commento:

Gianni ha detto...

Forse sarebbe più giusto titolare "Dietro le linee dell'alleato". Anche se è vero che troppo spesso agenzia e cliente si vedono come nemici. :-)