giovedì 17 dicembre 2009

L'arresto di nuova generazione: prima in tv e su you tube, poi in cella



Le frontiere della comunicazione politica italiana si spostano un bel po' in là, dopo l'esecrabile "Lancio del Duomo" al Cavaliere.

Tutto diventa meno importante. Al punto che perfino gli arresti devono essere pre mediatizzati, per superare l'asticella della rilevanza.

Come i creativi del guerriglia pubblicitario, che guadagnano spazio media gratuito con il clamore dell'idea, i giornalisti iniziano a "lanciare" gli arresti con forte anticipo, addirittura prima della loro esecuzione: unica garanzia per avere l'interesse del pubblico e quindi posizioni vantaggiose nell'impaginazione.

Come dire: non sapendo se c'è la certezza della pena, almeno dateci la certezza della prima.

Il caso di Prosperini di questa notte è già simbolo.

L'Assessore della Regione Lombardia alle 21 è ancora in ufficio, mentre le agenzie battono la notizia del suo arresto.

Così riesce candidamente a rispondere in diretta tv a chi gli chiedeva se fosse già in carcere: "Sono qui bello paciarotto".

Al di là della curiosa retorica alla Renato Pozzetto, significa che oggi la cronaca giudiziaria finisce dritta dritta su you tube, con discreto anticipo sulla porta della cella che si chiude.

Segno che dal '92, dal primo tintinnare di manette raccontato da Paolo Brosio davanti al Tribunale di Milano per il Tg4, qualcosa è davvero cambiato: la rete ha completato un cammino che all'inizio era ancillare della tv, poi di contrapposizione ed alternativa, ed oggi di assoluta integrazione.

p.s.:
di questo sviluppo editoriale qualcuno avverta il Cavaliere, al San Raffaele.
E, sopratutto, gli ad dei centri media.

p.s. 2:
per serenità e salute fisica del mio editore, ricordo che queste considerazioni non vogliono assolutamente entrare nel merito dell'arresto dell'assessore Prosperini, per garantire
la presunzione d'innocenza dell'arrestato
ed il rispetto dei magistrati che hanno ordinato il provvedimento di detenzione.

(pasquale diaferia).

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