domenica 20 giugno 2010

Pro Anelka (Cassano incluso)


INACSETTTABLE!

Più o meno pronunciato così, col viso duro. E' intraducibile ed indescrivibile il Nicholas Sarkosy che interrompe la sua visita a San Pietroburgo. A margine dei suoi incontri istituzionali, come dicono i diplomatici, il Presidente Francese censura gli insulti che il centravanti della nazionale ha inviato in diretta al suo commissario tecnico, definendo il comportamento Inaccettabile.

Il marito di Carlà irrompe sugli schermi francesi alle 20. Edizione di punta del tg di punta di una nazione che per tanti versi è un punto di riferimento mondiale. Ma l'intervento non suoni fuori luogo. Il tema degli insulti di Anelka occupa l'apertura del più seguito strumento d'informazione francese e si sviluppa in 13 minuti. Non parla solo Sarko. C'è la ministra dello sport in diretta dal Sud Africa, quella che aveva chiesto per problemi di immagine di rigiocare la partita contro l'Irlanda che aveva qualificato i Blues con un gol irregolare di Henry. C'è il presidente della federcalcio parigina. Ci sono decine di commentatori, sportivi, di costume, come politici, filosofi, anche comici. Ci sono gli allenatori delle giovanili ed i ragazzi delle scuole calcio. Gli allagamenti dei giorni scorsi, che hanno fatto una trentina di morti, passano in secondo piano. Anelka non doveva mandare a quel paese il suo CT. Giusto rimandarlo a casa.

Che c'entra una faccenda di sport con la pubblicità, e durante il festival di Cannes, per di più? Per due semplici considerazioni.

La prima, benedetto e civile il paese in cui si parla di temi etici in un telegiornale che fa decine di milioni di spettatori. Mi piacerebbe succedesse anche da noi, invece di occuparci solo di veline.

La seconda. Segnalo che, in tutto questo casino, hanno dato spazio non solo alle censure ed alle critiche, ma anche alla conferenza stampa del capitano della nazionale Francese, Evra. Che semplice semplice ha ricordato che il problema non è Anelka, ma il traditore che ha fatto uscire dallo spogliatoio la lite fra i due.

Perché la questione non è il cattivo carattere dei due sfidanti, ma l'interesse della squadra. E perdere uno bravo non è interesse di nessuna squadra.

Sante parole, che richiamano l'antico tema della gestione dei creativi. Tipico del calcio, come del nostro mestiere. Perchè Anelka (come Cassano, di cui da noi non si parla più se non nella pagina rosa dei matrimoni) è un talento. E' uno che inventa, risolve, trova sempre la strada laterale per fare quello che gli altri non riescono a fare. Logico che possa andare in scontro frontale con chi lo deve gestire, se non lo sa mettere nelle condizioni di esprimere le sue capacità e la sua creatività.

Ed è per questo che difendo Anelka, come in passato proprio su questo blog ho difeso Sant'Antonio da Bari. E quando facevo l'allenatore di basket, litigavo io per dare più spazio a chi sa inventare. Anche da direttore creativo ho litigato con i miei presidenti o con gli account per difendere il lavoro dei miei creativi.

Il talento va difeso sempre. Anche quando sembra solo capriccioso ed umorale. Nello sport come nella pubblicità.

Ci si dimentica che la capacità di inventare è il motore della nostra industria, come di quella dello sport spettacolo.

Ci si dimentica che quello che sembra un capriccio è semplicemente il modo diverso di vedere il mondo di chi è creativo.

Non sarà un caso che la squadra francese, e quella italiana, non stiano certo esprimendo un ottimo calcio. Come non è un caso che la nostria industry della comunicazione non sia tra le prime nel mondo, e non solo per problemi di dimensioni.

Proviamo a domandarci dove sono i creativi italiani, quanto spazio hanno effettivamente nella gestione del loro lavoro, perchè sono sempre più tristi e silenziosi.

Sul tema in passato ho litigato duramente con il presidente dell'ADCI. E Minzolini la nostra lite non l'ha messa in apertura del suo tg.

E non ditemi che io e Cremona non contiamo niente.

Anche Cassano è diventato solo un calciatore che si sposa una pallanuotista.
Questo è davvero INACSETTABLE.

Perchè così si diventa un paese per vecchi.
E non un paese per creativi.

p.s.:
Iniziano da oggi le corrispondenze da Cannes. Le trovate anche su twitter (DiaferiaLAtoB e adciNews) e su facebook . Non dite che non ve l'avevo detto.

1 commento:

Gianni ha detto...

Qui c'è un'interessante analisi sulla gestione dei talenti creativi alla Pixar:

http://www.economist.com/node/16377010?story_id=16377010

Il problema italiano è che la nostra cultura politica e aziendale è ipocrita e autoritaria (anche se in modo inefficiente, a differenza dei francesi che hanno una cultura centralista e autoritaria, ma in modo più efficiente): si digerisce male la divergenza di idee, si incoraggia il conformismo, la gestione e il mantenimento del potere è indispensabile per fare carriera e talvolta diventa fine a sé stessa.