lunedì 18 ottobre 2010

La Leggerezza, e l'Amore.



All'inizio dell'autunno, ormai da una decina d'anni, Milano diventa una città più bella di quella che è.

Sarà che arrivano le collezioni estive della moda, e strade e case si riempiono davvero di gente che parla tutte le lingue del mondo. Il che costringe ad aprire le orecchie anche ai più duri, magari solo per qualche minuto.

Sarà che aprono le grandi mostre. Il che costringe anche i più distratti dal business ad aprire gli occhi, anche se solo per pochi secondi.

Poi arriva un periodo un po' così, in cui la città si risiede, e si torna al normale tran tran. Si litiga sui terreni dell'Expo, ci si accapiglia sul prossimo sindaco, si cerca invano il futuro presidente dell'ADCI futuro.

Eppure di cose stimolanti da ascoltare e da vedere ce ne sono ancora tante. Per esempio l'altra sera è apparsa Ingrid Betancourt, in sala Buzzati al Corriere. Gente in piedi anche sui muri. Pubblicitari neanche uno, alle sei e mezzo di sera: tutti presi a far gare gratuite in agenzia. Lei, in un incontro che partiva da un intenso verso di Neruda ("Non c'è silenzio che non abbia fine") ha raccontato sei anni di prigionia delle Farq in Colombia in un francese impeccabile, con lo spagnolo che le saltava fuori di tanto in tanto, a ricordare dove stava il suo cuore. E alla prevedibile domanda su come avesse fatto a sopravvivere in quelle condizioni, candida candida ha risposto: "E' l'Amore che ti dà la forza. E' l'Amore di Madre, che ti fa desiderare di tornare a casa dai tuoi figli. E l'Amore in Dio, che ti fa sperare in qualcosa di più Grande. E' l'Amore per la Vita, che ti fa trovare la strada anche nelle difficoltà."

Pensavo a chi a quell'ora stava sudando sui layout, in gare senza speranza, con contratti da disperati. E' un Amore Grande verso il Lavoro che li tiene svegli la notte. Ma la liberazione non è sempre garantita, nonostante tanta passione e buoni sentimenti.

Qualche giorno dopo, un'amica mi ha invitato ad una piccola, deliziosa mostra collettiva. 5 giovani artisti, addirittura uno appena uscito dall'Accademia, uniti dalla celebrazione della Leggerezza di calviniana memoria. Anche loro hanno pensato di ricordare il venticinquesimo della morte del Grande Italo. Se noi avevamo citato quello delle Città Invisibili, i cinque e Flavia Fiocchi, la loro curatrice, si sono lasciati affascinare dalla Leggerezza dei Six Memos for the Next Millennium. Con serietà e rigore maggiore, visto il patrocinio del Premio Letterario Calvino. Ma alla base di tutto, ho ritrovato anche qui Amore, Passione, Intelligenza, che spesso arriva all'arte da percorsi professionali che ben conosciamo.

Per esempio, l'opera che più mi ha impressionato è quella che vedete in alto e che accoglieva i visitatori. L'hanno realizzata J&Peg, nome digitale di una coppia composta dal grafico Antonio Managò e dal fotografo Simone Zecubi. Entrambi si occupano professionalmente, guarda caso, proprio di pubblicità: il secondo è stato anche assistente di Luca Perazzoli. Dopo che le loro immagini ti hanno completamente affascinato, scopri la linearità dei loro principi: "Con l'arte non bisogna avere fretta, ma rifiutare la semplicistica visione diretta, come Calvino dice di Perseo, per assumerne una indiretta."

Una volta era così anche per il nostro lavoro. I clienti pretendevano miracoli, ma ci davano il tempo mentale di produrli, e la leggerezza dello sguardo indiretto.

Oggi, in fondo, non ci chiedono più di cambiare le sorti di un prodotto. Si accontentano: ci danno poco tempo e ancor meno denaro, ci chiedono poco pensiero e poca bellezza. Alla fine ottengono davvero una miseria: poco amore, poca passione, nessuna eternità. J&Peg ed i loro quattro colleghi, per loro fortuna, hanno trovato un'altra forma di espressione

Forse, qualche decennio fa, quando Calvino raccomandava Leggerezza per il Nuovo Millennio, non intendeva la capacità di superare la fisica. Suggeriva semplicemente di prendere tutto in modo meno pesante. Sapeva già che le Ragioni per mettere nel nostro lavoro Vera Passione sarebbero state sempre meno.



Le Ragioni della Leggerezza:
fino al 20 novembre.
Effearte, via ponte vetero 13
www.effeartegallery.com

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