mercoledì 8 giugno 2011

Great Stories Start In Cannes/3. Maestri



Continuiamo la pubblicazione di commenti di professionisti italiani che raccontano come Cannes abbia contribuito, o meno, alla loro crescita professionale, sulla base del claim che quest'anno promuove il Festival Mondiale della Creativià: Great Stories Start In Cannes. Oggi è il turno di Pietro Maestri, protagonista l'anno scorso di una "raccolta premi" da record. Nei prossimi giorni altri contributi di copy, art, registi, producer (per chi vorrà unirsi al gruppo, testi in formato word, senza limiti di lunghezza, a pasquale.diaferia@gmail.com).


La prima volta che sono andato a Cannes le vacche erano grasse e felici. A Bordighera ti dicevano "arrivederci", a Nizza
"bienvenue". Ti sentivi premiato e fortunato perché i tuoi capi ti avevano mandato a vivere in diretta l'evento mondiale del tuo sport.

Alberghi 2 stelle vicino alla stazione ferroviaria ma poi pranzi a sbafo quasi ovunque.
Ore e ore al Palais a vedere ciarpame e poi improvvise fiammate che ti facevano dire "lo voglio fare anch'io" e questa carica di eroico impeto durava un mese circa, poi quasi sempre la dura realtà ti faceva chinare il capo.
Passavano accanto a te i Pelè e i Maradona del momento e tu al massimo speravi di stare in panchina in Coppa Italia
Era un misto di adrenalina invincibile e disillusione consapevole.

Ma si imparava. Tornavo con pacchi di appunti e la sintesi era:USP + strategia semplicissima e diretta + idea mai fatta di banali stereotipi + esecuzione Ineccepibile. Humor meglio di tutto ma anche emozione e lacrimuccia potevano funzionare.
Sulla scrivania però mi aspettavano brief con tre promesse e quattro reason why. La richiesta di usare situazioni facilmente decodificabili (leggi famigle felici, target=casting, ecc), humor no, simpatia italica si. No forti emozioni che allontanano il consumatore/spettatore.
Come in tutti gli sport o mollavi e tiravi a campare o aspettavi il cross giusto e poi la sparavi in porta con tutta la forza possibile.

Ci sono voluti degli anni e il cambio di 4 o 5 agenzie ma sono arrivate le prime short list, i bronzi e gli argenti. Poi il 2010 con 11 leoni in un colpo solo.
Sommati a quelli precedenti lo zoo ne comprende 18, dei quali 6 d'oro. Grandissima soddisfazione come ECD ovviamente. Ma forse ancor più grande è la gioia di condividerli con creativi che stimo molto, dai direttori creativi ai giovanissimi stagisti che, credo unici in Italia, hanno lavorato su un cliente importante e si sono meritati un leone. E mi piace molto che la maggioranza di questi leoni vengano dalle categorie non "classiche" come TV e stampa.

Cannes ha voluto dire anche due campionati del mondo di calcio passati in giuria, sempre TV. Nel 2002 e nel 2006 ho vissuto esperienze importanti per la mia formazione e per le mie relazioni umane e professionali. Mi sono fatto amici e nemici, ho quasi imparato lo spagnolo, difeso da solo spot tailandesi, bevuto litri di red bull che ci davano per tenerci vigili. Dormito due ore per notte vestito per essere pronto al volo la mattina successiva per infilarmi nelle terribili salette della tortura. E ho visto David Droga annunciare che stava per mettersi in proprio e, grazie ad un comune amico, raccontarmi come sarebbe stata la sua "non"agenzia.

Insomma Cannes per me è stata e credo/spero sarà sempre un evento intenso e pieno di adrenalina. E soprattutto un momento di confronto con quelli che sono decisamente più bravi di te.

Pietro Maestri

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