mercoledì 1 giugno 2011
Le grandi agenzie sono alle nostre spalle.
Visto che in questi giorni tutti, anche se non è ancora chiaro il ruolo di Assocomunicazione, si stanno lasciando travolgere dalla notizia di un'agenzia bufala (devo dire anche ben orchestrata), volevo provare a tornare ai basics del nostro mestiere.
Per questo vi propongo una bellissima infografica di VitaminT, una sorta di raccolta differenziata americana. Anche loro sono più preoccupati, come me, di dare ai talenti le giuste occasioni, piuttosto che cercare di giocare a chi butta più sterco sugli altri o a chi fa fare la figura peggiore agli altri. E' un attività come la guerra nucleare. Temo che alla fine non risulti vincitore nessuno, quindi la evito con cura.
Scaricate il jpg e ingranditelo. Scoprirete mille curiosità sulle sigle che tutti pensavamo di conoscere. Quello che è bello, di questo enorme data base di informazioni sui merger delle agenzie, dall'800 ad oggi, è il fatto che ci ricordano che questo mestiere, per fortuna, non nasce oggi. Ha alle spalle storie infinite: individui, talenti, montagne di denaro guadagnato (e ancora più grandi quantità di denaro fatto guadagnare ai clienti), operazioni finanziarie, costruzione di cultura popolare, tradimenti, alleanze, incontri, fortune improvvise e decadenze lunghe come agonie.
A me per esempio fa ridere il ricordo della prima acquisizione di James Walter Thompson. Nel 1877 si comprò la Carlton & Smiths: spese 500 dollari per il business e 800 per i mobili. Sir Martin Sorrell, molti anni dopo, mosse molto più denaro per portarsi a casa tutta la baracca JWT. E guadagnò immensamente di più, poco dopo, nel collocamento in borsa della scatola WPP.
Come dire, vorrei che ci ricordassimo che alla fine le agenzie, qualunque forma prenderanno, sono nate da uomini che facevano questo mestiere in modo quasi artigianale. Che alla fine quello che conta sono proprio gli uomini: quelli che le fondano, quelli che le fanno diventare grandi, quelli che le affondano, quelli che le criticano mettendoci la faccia perché vogliono migliorarle, quelli che le criticano anonimamente perché forse non sanno proporre nulla di diverso e più efficiente e sono molto frustrati per questo.
Viva gli scherzi. Viva i gavettoni. Viva l'ironia. Viva le parodie.
Ma non dimentichiamoci mai che a furia di sputtanare un ambiente, si fa il male di tutti.
E che a dimenticarsi da dove veniamo, rischiamo di non capire più chi siamo, e cosa facciamo.
Alle nostre spalle, alle spalle di tutti, ci sono le agenzie.
Quello che saremo domani dipende anche da quello che abbiamo imparato lì dentro,
dove quasi tutti quelli bravi sono stati formati.
Anche l'indipendenza nasce da quelle storie e da quelle culture.
Rispettiamole, allora.
Solo allora riusciremo ad essere rispettati dagli altri.
E dai clienti in particolare.
p.s.:
grazie ad Eugenia Morato che mi ha segnalato il pezzo.
anche lei, probabilmente, è un risultato di questa lunga storia della comunicazione che ci coinvolge tutti.
E che tutti dobbiamo contribuire a diffondere ed a trasmettere ai più giovani.
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2 commenti:
Ben fatto, ben detto.
Benni
Beeeeello!!
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