lunedì 13 febbraio 2012

Editoriale. Guastini: 'Che prospettive hanno i giovani nel mondo della comunicazione?'


Il dibattito sulle candidature a Cannes dei giurati italiani smuove in questi giorni l'ambiente pubblicitario e Massimo Gustini, presidente ADCI, dopo essere intervenuto su ADVexpress per spiegare meccanismi e finalità della selezione (leggi news), in questo nuovo intervento affronta un tema altrettanto o forse più importante, quello delle prospettive dei giovani nell'attuale mondo della comunicazione.
Per parlare delle prospettive che il business della comunicazione offre oggi ai giovani, è necessario mettere a fuoco l’attuale scenario italiano.
Purtroppo non esistono ricerche recenti. L’ultima, commissionata da Assocomunicazione a Eurisko, è del 2009. Mancano quindi gli anni più drammatici vissuti dal nostro comparto.

Posso tuttavia affermare che oggi la pubblicità non è un mestiere in grado di intercettare i giovani di maggior talento a meno che non provengano da ceti privilegiati.

Il costo di ingresso è elevato e il ROI per le famiglie è quanto mai incerto.

Quanto guadagna davvero un creativo in Italia? Dagli 80 centesimi ai 5, 41 euro netti all'ora. Questa fascia di reddito comprende circa l'80% degli addetti. Ovviamente ho tenuto conto anche degli straordinari (ormai ordinari) non riconosciuti.

Poi abbiamo un 15% (in diminuzione) compreso tra i 10 e i 18 euro netti all'ora.
Infine, un 5% dato da quelli che sfiorano i 50 euro netti orari.

La carriera si è abbreviata. Secondo la già citata indagine Eurisko, nel 2009 il 72% degli addetti aveva allora meno di quarant’anni. Oggi lo svecchiamento si è radicalizzato.

Caro lettore, guardati in giro se lavori in una struttura di comunicazione: quanti over 40 vedi intorno a te? Secondo me meno del 15%.

Forse ti hanno raccontato che in un Paese per vecchi la pubblicità è l’unico ambiente davvero giovane e dinamico.
Questo è splendido, se ti pagano meglio che in altre professioni. Però informati, chiedi quanto guadagna un cameriere, un imbianchino, un falegname, un cuoco.
Non ti sembrano lavori cool? Ma è davvero così glamour lavorare oltre sessanta ore alla settimana e poi non avere i soldi per pagarti l’affitto di una casa decente? Con il contratto farlocco che hai puoi accendere un mutuo? Fai un salto in banca a verificare. Cosa c’è di cool nel farsi aiutare ancora da mamma e papa a trent’anni? E il lavoro che ti pubblicano, che ti esce sui giornali, in tv, alla radio o nel web, vale davvero i sacrifici che stai facendo? Non sei un medico. Non salvi vite. E quella che stai facendo non è gavetta. La gavetta prepara a una carriera. Tu hai nove probabilità su dieci di essere fuori prima dei quarant’anni.
E a qual punto potrebbe essere tardi per fare il cameriere, l’imbianchino, il falegname o il cuoco. Mestieri che dopo una vera gavetta ti danno la prospettiva di diventare imprenditore di te stesso e guadagnare sicuramente più di 5 euro all’ora.
Si può diventare imprenditori di se stessi anche in comunicazione? Certo.
Sarebbe pure un ottimo momento. Il sistema delle agenzie si sta sgretolando, proprio mentre si moltiplicano i mezzi a disposizione di un giovane per dimostrare la propria capacità di comunicare. Inizia a cercarti un cliente. Non chiederti quanto sia figo. Pensa a quanto vale il tuo lavoro e vendiglielo. Sicuramente farai degli errori. Ma che meraviglia la possibilità di darne la colpa solo a se stessi.
Apre prospettive di crescita inimmaginabili.

Massimo Guastini
presidente ADCI

1 commento:

consulente viaggi ha detto...

Ottimo articolo. Molto interessante. Davvero complimenti :)