mercoledì 1 aprile 2009

Power to the people o Power to Google?

Ovvero, cosa leggere nel debordante potere di un’azienda che, come nelle favole belle, è nata in un garage ed ormai capitalizzata con cifre in cui gli zeri si succedono come le righe tratteggiate sull’autostrada: senza fine…

Eppure, a me la coppia Page-Brin da sempre provoca reazioni positive: ha messo a disposizione della gente un motore di ricerca che rivoluziona l’approccio all’informazione; ha cambiato il rapporto dei consumatori con la pubblicità, profilandola sulle scelte e gli interessi dell’utente connesso; ha globalizzato con Youtube il mercato dei contenuti autoprodotti dai suoi spettatori.

E non finisce qui, i due giovani soci sono entrati nella telefonia e negli e-book. Arrivati alla genetica, anche i lodatori entusiasti della rivoluzione digitale come il sottoscritto si fermano, e comincianoa preoccuparsi.

Il tema è sempre lo stesso: chi controlla i controllori. Perché accumulare i profili genetici dei propri utenti sarà anche un servizio utile per individuare le malattie e studiare farmaci biotecnologici customizzati. Ma vuol dire soprattutto controllare una massa di dati sensibili di devastante valore, su cui non mi bastano tranquillizzanti dichiarazioni d’intenti.

Già mi infastidisce che Vodafone sappia più cose di me di quante ne conosca mia moglie. Figuriamoci se mi sento tranquillo quando dati ancora più intimi sono nelle mani di chi, come Sergey Brin appunto, aveva detto in tempo non sospetti: “il Perfetto Motore di Ricerca sarà la Mente di Dio”.

All’epoca avevo sorriso per l’intelligente ironia di due giovani in carriera. Oggi mi inquietano esattamente come quelli che, facendo finta di niente, hanno messo sotto intercettazione milioni di utenze telefoniche. O pretendono di decidere per me, sulle mie scelte di vita, senza chiedere cosa ne penso e con un semplice votino al Senato.

Insomma, è dai tempi dei presocratici che l’etica diventa fragile, se affidata a chi ha potere senza alcun controllo.

Quindi, possiamo fidarci di queste bellissime e meravigliose aziende 2.0 che, comunque, sono cresciute nello stesso ambito finanziario che ha generato i recenti disastri finanziari?


Pasquale Diaferia

1 commento:

macventitre ha detto...

E' l'ingordigia, è la posizione dominante, è l'abuso di potere che dobbiamo combattere e regolare. I signori Google stan facendo gli affaracci loro esattamente come è stato concesso al signor Microsoft di fare: schiacciando brutalmente la concorrenza e fottendosene dei diritti o delle istanze delle persone. Benvenuto nel libero mercato, baby! Benvenuto nel far west! Basterà l'entrata in scena di un coraggioso sceriffo di colore a cambiare questo film?