domenica 21 febbraio 2010

Vent'anni dopo.


7.300 giorni fa moriva uno dei presidenti della repubblica
che più mi aveva fatto sentire allegramente italiano.

Quello che aveva fatto la resistenza sui monti
e solo dopo si era dedicato alla politica.

Quello che era stato indicato da Craxi,
ma mai aveva fatto uno sconto al suo primo sponsor.

Quello che era passato in Irpinia dopo il terremoto
ed aveva gridato "vergogna!" perchè i soccorsi erano in ritardo,
attivando la più straordinaria ed efficiente catena umana di solidarietà che questo paese ricordi.

Quello che si era alzato in piedi al santiago bernabeu al terzo gol di tardelli,
fottendosene dell'etichetta,
facendo incazzare il cancelliere tedesco seduto alla sua destra
e sorridere il re di spagna, quello sul seggiolino alla sua sinistra.

Quello che aveva dichiarato, dispensando ironia:
"Dobbiamo imparare la tolleranza dai fumatori.
Non ne conosco uno che si sia mai lamentato dei non fumatori."

Oggi abbiamo nello stesso palazzo uno
che la resistenza l'ha vista comodo in salotto,
e infatti fa fatica a custodirne i valori, sotto gli assalti della maggioranza.

Uno che è ancora così migliorista che a gennaio ha fatto un discorso in cui Craxi, in fondo, era un bravo ragazzo.

Uno che era a fianco a Bertolaso a dire "che meraviglia"
mentre presentavano le casette che poi abbiamo scoperto come erano costruite.

Uno a cui nessuno ha pensato mentre cannavaro alzava la coppa, anche se era seduto a fianco alla merkel.

Uno che nel suo discorso di insediamento ha detto, parlando seriamente: "Considero mio dovere impegnarmi per favorire più pacati confronti tra le forze politiche e più ampie e costruttive convergenze nel paese."
(http://www.quirinale.it/qrnw/statico/presidente/nap-insediamento.htm)

Tutto qui.

Mai avrei pensato che,
mentre mi lamento perché il mio paese soffre di un vero digital divide con il resto del mondo occidentale,
avrei avuto rimpianto di quel presidente che giocava molto analogicamente a scopone con bearzot, sull'aereo che riportava la coppa del mondo a roma.

Come è buffa la vita, a volte.

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