sabato 20 marzo 2010

Sembra un altro paese.


Giovedì mattina la Davide Campari spa ha inaugurato a Sesto San Giovanni il Red Passion Lab, un'area espositiva che l'azienda dedica a sè, ma sopratutto alla città industriale in cui opera dagli anni '30. Inaugurano con una personale di Depero, con pezzi che da un po' non si vedevano in Italia. Il tutto all'interno di quella meravigliosa ristrutturazione industriale che il grande Botta ha disegnato per l'azienda fondata 150 anni fa da Gaspare Campari.

La sera sono stato alla giuria Cyber dei Giovani Leoni: un bellissimo gruppo di soci ADCI che ancora pensano che trovarsi per premiare il lavoro degli altri sia cosa utile per tutti. Ci sono Ted, Orlandi, Sergio Muller, Cinti, la Bertini che sembra sempre più giovane e fra poco la faranno tornare alle medie, Righi ed un giovane della Saatchi di cui non ricordo il nome ( e questo dimostra che l'Alzheimer procede). Premiamo compatti un lavoro che, nato per promuovere un film, è finito nei telegiornali, come si meritano le vere azioni 2.0 di successo. Consolante pensare che sia stato fatto da nostri colleghi giovani che ancora hanno voglia di provarci a questi livelli.

Venerdì ho concluso il giro mondano a Gallarate, all'inaugurazione del Maga, il nuovo spettacolare museo d'arte moderna che, non si sa come mai, è nato a dieci chilometri dalla mia casa nel bosco. Lo vedete nella foto in alto. Se conoscete Varese e la pochezza culturale della sua provincia, la cosa dovrebbe lasciarvi basiti. Aggiungete una bella scoperta durante la presentazione della mostra di Modigliani che inaugura la struttura: il logo, e tutta l'immagine coordinata del MAGa, è stata realizzata da Titti Fabiani. La trovo, nel casino tipico delle inaugurazioni, e faccio i complimenti e lei e a Dino Betti Van der Noot.

Morale, sono qui a scrivere di sabato mattina. La sensazione è che, a sprazzi, ogni tanto, saltuariamente, forse per sbaglio, salti fuori quel paese che non t'immagini più. Un Italia che non va in piazza, in nessun sabato, né questo nè altri, che lavora, protegge la sua memoria, pensa al futuro, immagina cose che non stavano sulla pagina bianca, crea fatti egregi confermando il suo talento, pensa che dalla crisi non si esca con i soldi, ma con le idee.

Mi sembra un paese migliore di quello che raccontano i telegiornali e le intercettazioni.

Probabilmente lunedì ricomincerò con ancora più allegria.

p.s.:

per non dimenticare che in quell'altro paese ci viviamo ancora, vi segnalo solo due tre altre cosette:
1. La Sipra, per la giuria Cyber, ci ha fornito una connessione web così lenta che neanche quando usavamo il mac classic. Mica male per una grande azienda multimediale.
2. Alle due feste serali dei musei, tronismi e velinismi esasperati: attrici poco conosciute che volevano far conoscere il proprio decolletè a tutti, Bruni Vespa ed Elkann vari, la Sozzani che c'è sempre. Politici zero, perché sono a caccia di voti dove c'è la vita vera, non quella di plastica. Ma in generale, tra il vippame presente, a nessuno fregava niente di quello che era esposto sui muri. Il massimo dell'esposizione era girarsi a favore delle camere dei vari tiggì che passavano di lì.
3. Io sono un rompiscatole che per definizione cerca di scoprire cose che altri snobbano. Per esempio, chiaccherando con chi alla Galleria Campari ci lavora veramente, ho scoperto che quel bellissimo museo non si sarebbe mai fatto se un manager francese del marketing non avesse picchiato i pugni sul tavolo quando sembrava che la galleria non si sarebbe più fatta. Chapeau. Servono davvero talenti stranieri per ricordare il valore questo paese.

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