giovedì 24 giugno 2010
Basta poco.
"Cannes Lions International Advertising Festival has ascertained that the winner of the Press Grand Prix, which was awarded to Ogilvy Mexico for the Scrabble campaign ‘Abraham’, ‘Efren’ and ‘Otto’, and announced at this morning’s press conference, was ineligible to be entered at the 2010 Festival due to the fact that it had been entered previously.
The 2010 Press Grand Prix has now been awarded to AlmapBBDO São Paulo, Brazil for the Billboard campaign ‘Bono’, ‘Eminem’, ‘Amy’, ‘Britney’, ‘Marilyn’."
Poche asciutte righe di comunicato stampa per dire che la campagna che vedete sopra l'anno prima non era andata a premio e l'anno dopo vince il Grand Prix (poi viene squalificata per ineligibilità, ma non stiamo a guardare queste cosette):
Quindi, forse è il caso di riporre tutte le polemiche sulla composizione delle giurie all'ADCI che hanno ammorbato l'aria negli ultimi 20 mesi.
Come viene dimostrato anche in questo caso, quello che per una giuria è bruttissimo, per un altra è il massimo.
Il problema non sono le giurie ma, come sempre, quello che muove le giurie.
A volte la difesa delle posizioni (economiche, generazionali o quella che volete voi), altre la sincera ricerca dell'eccellenza, altre ancora la casualità più totale.
Il problema non sono le giurie, ma la reputazione che i componenti delle giurie riescono a gudagnarsi. O a perdersi.
p.s.:
incidentalmente, la campagna del Grand Prix era guidata da una semplice idea di copywriting: scrivere ogni annuncio della serie per il gioco Scrabble con parole che contenevano solo la vocale scelta. Da copy, vi assicuro che era e resta bellissimo, al di là del premio dato e negato. La reputazione è tutto, in questo lavoro. Ma prima, per fortuna, ci sono le idee, e le belle esecuzioni.
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