lunedì 21 giugno 2010

La reputazione (collettiva) è tutto.


Salire sul palco a ritirare un premio, a Cannes, è bello.

La sensazione può essere superata solo dall’essere citati da qualcun altro, all’Auditorium Debussy.

Ecco, oggi è successo proprio questo.

Alla fine di un seminar della JWT, dedicato alle idee pubblicitarie con le quali la gente vuole passare del tempo, per scelta e non perchè ti vengono imposte dalla tv, ecco che vinee presentata tutta la Case History di Heineken. Quella di Auditorium e di Beer Gloss, per dirla tutta. Quella che sta vincendo premi in tutte le categorie, come non era ancora successo, almeno per il nostro paese. Quella che ha fatto ridere tutti anche in questa sala, al momento giusto, proprio quando era provocato. Non una gentilezza, ma vera convinzione di professionisti navigati. Ma non finisce qui.

Al termine della presentazione, Bob Jeffrey, il boss del network, ha ceduto la parola a Fernando Vega de Olmo, creative director world wide. E questo, con grande naturalezza, ha ringraziato l’ufficio di Milano per la ”Genius Idea” di Heineken. Non contento, come se fosse nel asalotto di casa e non in questo sacrario delle idee, ha ringraziarto coram populo per questo”ecselentwork” proprio “the guys from Milan, Pietro & Bruno”. Che, tradotto per i non adepti, sono Pietro Maestri e Bruno Bertelli.

Ripeto, la strage di premi che sta facendo “Are you still with us”, in particolare lo scherzo del concerto di musica classica nella serata di Milan Real e la creazione del lucida labbra al gusto di birra, è ottima. Ma è la prima volta che pubblicamente, in una location così prestigiosa, ed in presenza di così tante persone della nostra industria, sento lodare dei nomi italiani usando aggettivi che si riferiscono al genio. Che non vuol dire che non ci siano altri casi di colleghi milanesi o romani stimati nel mondo. Semplicemente è la prima volta che questa cosa avviene così clamorosamente, pubblicamente e con conseguenze non individuali, ma per tutta la comunità.

Probababilmente da domattina, per un paio di migliaia di persone che contano in questo mestiere e lavorano in altri paesi, i creativi italiani avranno una reputazione mai avuta prima. Grazie a questi premi ed alla certificazione di Bob Jeffrey. L’occasione è ghiotta. Buttarla via senza usarla fino in fondo, un vero peccato.

Ora, una preghiera. Non sprechiamo questa occasione. Evitiamo di creare il solito fuco di sbarramento fatto di invide e piccole ripicche. E’ la prima volta che al Debussy vengono pronunciati due nomi italiani, non Marcelo o David, ma Pietro e Bruno. E viene segnalato il lavoro dei ragazzi della sede di Milano, non di quella di Mumbai o di Minneapolis.

Adesso conviene mettersi a lavorare ancora più duro, perché l’anno prossimo, per la prima volta nella storia, arriveremo, come movimento, con una reputazione favorevole, legata alla genialità anche in questo mestiere. Non solo nella moda o nel design.

Grazie Pietro, Grazie Bruno.

Una prestazione così ci voleva proprio, dopo la disastrosa partita della nazionale di ieri

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Peccato che pietro non abbia fatto una mazza su Heineken. Il lavoro vero è di Bruno e di Cristiana come sanno tutti

pasquale diaferia ha detto...

peccato che il direttore creativo world wide abbia detto proprio così.

ma gli anonimisanno tutto e si nascondo dietro il niente.

saluti pasquale diaferia

Anonimo ha detto...

Attenzione, non è sempre oro quel che luccica.