mercoledì 8 giugno 2011
Great Stories Start In Cannes/4.Maran
Continuiamo la pubblicazione di commenti di professionisti italiani che raccontano come Cannes abbia contribuito, o meno, alla loro crescita professionale, sulla base del claim che quest'anno promuove il Festival Mondiale della Creativià: Great Stories Start In Cannes. Oggi è il turno di Valentina Maran. Già autrice di un nostro post di grande successo qualche settimana fa, non ci ha fatto mancare la sua ironia ed il suo sguardo disincantato sul Festival della Creatività. Quello attuale, come quello di ieri.
Ma tu ci vai a Cannes?
A Cannes non c’è nulla di speciale, se confrontato con la Sardegna.
A Cannes ci saranno si e no 3 hotel belli. Il resto fuffa.
Cannes è famosa perché si chiama Cannes.
A Cannes ci sono gli italiani che vanno al Martinez.
A Cannes ci vai se c’è qualcuno che ti ospita in qualche villa.
A Cannes è meglio se ti fai offrire da bere, soprattutto se non guadagni 5000 euro al mese.
A Cannes si mangiano le ostriche appoggiate a dei piattoni di polistirolo. Se paga qualcun altro.
A Cannes quelli col biglietto vanno alle proiezioni. Ma per lo più gli ultimi giorni.
A Cannes, se entri alle proiezioni, portati un golfino perché c’è l’aria condizionata a manetta.
A Cannes nelle sale puoi fischiare se qualcosa non ti piace.
A Cannes vedi sempre un sacco di gente sorridente.
A Cannes tutti hanno almeno un bicchiere in mano.
A Cannes se non entri al Palais stai tutto il giorno a prendere il sole in spiaggia.
A Cannes il tuo amministratore delegato arriva con la sua barca da 12 metri e si palesa vestito da marinaretto.
A Cannes quando bevi, è meglio se bevi champagne.
A Cannes ci sono sempre feste sulle spiagge, ma è un casino avere i biglietti per entrare
A Cannes il tuo direttore creativo ha una stanza al Martinez.
A Cannes qualche tempo fa i giovani venivano portati alla festa dell’ADCI sul pullman, e probabilmente strada facendo gli vendevano anche le pentole. Ora i soldi sono finiti.
A Cannes sembra di stare a Rimini, solo più costoso.
A Cannes parlano tutti inglese.
A Cannes ci sono un paio di zoccole attempatissime, mamma e figlia, che girano con improbabili vestiti leopardati e ti domandi chi se le porti a letto.
A Cannes se sei troppo ubriaco, vai nei cessi del Martinez, tanto prima o poi qualcuno ti recupera.
A Cannes tutti hanno direttori creativi fighi e giovani, tranne gli italiani.
A Cannes ci vanno i direttori creativi e pochi creativi italiani.
A Cannes ci vai se vinci radiofestival, solo che ti mettono in un albergo in cima alla collina e te la devi fare a piedi.
A Cannes non ci sono taxi.
A Cannes c’è un sacco di gente che saluti dicendo “Allora ci vediamo”, sapendo perfettamente che una volta a Milano non ci si sentirà più.
A Cannes qualcuno insegue sempre qualche direttore creativo nel tentativo di farsi notare e potergli far vedere il book al rientro.
A Cannes riconosci i direttori creativi: sono quelli con un sacco di poveretti supplicanti attorno.
A Cannes se vinci un leone dicono che tanto la campagna è copiata.
A Cannes se vinci un leone non è detto che ti diano l’aumento. È più probabile che ti capiti di cambiare agenzia.
A Cannes se vinci un leone, ti saluta anche chi non ti ha mai guardato in faccia.
A Cannes sei amico di tutti, a Milano no.
A Cannes il mare fa schifo, vuoi mettere con la Sardegna?
A Cannes è come Milano in trasferta, solo molto più costoso.
A Cannes i ristoranti sono tutti pieni
A Cannes se non mangi le ostriche non sei nessuno. E c’è gente che pur di non far figure le manda giù anche se a loro fanno schifo.
A Cannes ormai non ci sono sorprese: tanto col web le cose belle si vedono con mesi di anticipo.
A Cannes c’è sempre qualcuno che lo sa fare meglio di te, o che lo ha fatto prima di te.
A Cannes c’è sempre qualcuno che ha visto in giro Vicky.
A Cannes ti chiama sempre qualcuno che non hai voglia di sentire.
A Cannes ci vanno anche quelli che fingono di non volerci andare e si palesano con la camicia a maniche corte e la faccia da “non ci volevo venire, mi ha mandato l’agenzia”
A Cannes ci va sempre chi non se lo merita.
A Cannes se chiedi un chupito non te lo danno perché non sanno cosa sia.
A Cannes i baristi ti trattano male, tanto c’è subito qualcun altro in fila dietro di te.
A Cannes se ti siedi, paghi.
A Cannes non ci va il meglio della pubblicità italiana. Ci va qualcuno della pubblicità italiana.
A Cannes vince abbastanza il migliore.
È quasi tempo.
Quindi tanto vale dirselo: “ Ma tu ci vai a Cannes?”
Valentina Maran
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1 commento:
Ma chi va a Cannes, tornerà in tempo in Italia dal mare per votare Sì ai referendum?
http://www.youtube.com/watch?v=KmrznUaSeDg
Fabio
(:<)>ciccio
Ferri
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