martedì 3 aprile 2012

Lobby dei tassisti VS Lobby della comunicazione. Facchetti (Assorel): puntiamo su Confindustria Intellect


Il presidente dell’associazione delle Relazioni Pubbliche interviene nel dibattito aperto dall’editoriale del direttore di ADVexpress, Salvatore Sagone, e pubblicato su questo blog. La neo costituita associazione confindustriale presieduta da Diego Masi, potrebbe interfacciarsi con Paolo Peluffo, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Comunicazione.


L’editoriale di Salvatore Sagone (ADVexpress di lunedi 2 aprile) solleva un problema reale: la paradossale mancanza di efficace comunicazione tra la comunicazione stessa e l’autorità politica, Governo e Parlamento.

Above the line e below the line: non contano le differenze, sta di fatto che la lobby dei tassisti è più forte di una industry che punta su 20 miliardi di pil e tiene in piedi editoria, tv, internet. E quindi anche libertà di opinione, di stampa, di relazione sulla rete.
Colpa del Governo, anche del “povero” Monti che deve perdere tempo sulle simbologie dell’articolo 18?
Certamente. Ma è anche colpa nostra, ammettiamolo.
I tassisti sanno benissimo come difendersi, perché hanno ben chiaro “cosa” difendere: la forza della loro corporazione, che – nelle grandi città – può mettere sotto scacco la mobilità e avere la solidarietà persino degli utenti dei taxi, che si lamentano per tariffe e difficoltà nel reperimento delle auto bianche, ma poi non reggono più di 24 ore senza taxi e applaudono quando tornano in circolazione, non importa a che prezzo.

Noi della comunicazione siamo divisi e anche un po’ confusi.
A Palazzo Chigi, con il nuovo Governo, un interlocutore ci sarebbe. E’ Paolo Peluffo, che i problemi della comunicazione li conosce bene (l’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha la delega all'Informazione e alla Comunicazione, ed è stato capo del dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del Consiglio dal luglio 2006 al maggio 2008, ndr).
Ma, se domani mattina ci convocasse, cosa gli chiederemmo?
Sagone ricorda la seria proposta UPA su RAI Tv, ma è ben chiaro che se cominciassimo da lì il nostro dialogo con il Palazzo, ci mostrerebbero subito l’ascensore (per far prima, lo scalone). La RAI è competenza esclusiva della politica, non degli addetti ai lavori…
Certo, un denominatore comune – tra noi – c’è, e dovremmo farlo valere. Siamo aziende che lavorano sul razionale, sull’immateriale e sul futuro, quindi con i giovani e per i giovani; certi approcci della nuova regolamentazione del mercato del lavoro, ad esempio, sembrano molto estranei alla peculiare caratteristica del nostro mestiere.
Un po’ alla rinfusa, altri argomenti non mancherebbero: la regolamentazione del mercato, le limitazioni all’investimento della Pubblica amministrazione, la questione delle gare, le nuove regole del web, il problema dell’informazione sulla rete il grande tema della concorrenza, perché l’antitrust vieta i listini, ma poi il dumping è lo sport preferito di molti. E ancora: l’agenda digitale, questione che affanna e agita tutto il mondo della comunicazione, dalla filiera della produzione a quella dei contenuti. E, per le RP, la lobby e il suo riconoscimento.
Dunque, la provocazione di Sagone è sacrosanta. Prima che il Governo si decida a comprenderne il rilievo, dovremmo essere però noi della comunicazione a fare la prima mossa.
E lo strumento oggi c’è: la neonata “Confindustria intellect” (presidente Diego Maria Masi, ndr), che finalmente rappresenta tutto questo mondo in modo organico e coordinato (vi fanno parte Assoconsult, Fedoweb, AssoComunicazione, Unicom, Assorel, e Assirm, ndr.) ha nel suo decalogo operativo proprio tutte queste issues.
E’ stato un parto un po’ lungo, ma ora la nuova creatura c’è. Non è un bambino, ma un organismo che contiene davvero tutte le competenze. Coordinandosi con UPA può fare grandi cose.

Beppe Facchetti
Presidente di Assorel

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