domenica 8 maggio 2011

Dove sono finite quelle Belle Famiglie Analogiche di una volta?




Pensa che una volta un bravo papà scriveva una lettera a suo figlio appena nato, la metteva in un cassetto e gliela mostrava (se non moriva prima), quando compiva i 18.

Io l'ho sempre considerata una cosa un po' melò. Ma dopo questa campagna Google americana (segnalatami da Gianni Sias), vedo che modernismo a volte significa tornare indietro.

Certo, altrove il digitale è ormai talmente nella vita vera, da far quasi paura. Questo spot evoca una specie di grande fratello che ci possiede, e che di noi conosce non solo acquisti e preferenze, ma anche le vibrazioni dei sentimenti.

E vi assicuro che non sono tra quelli che temono che il colosso di Page e Brin si mangi anche le agenzie di pubblicità. Mi ero permesso di far notare come il motore di ricerca leader stesse diventando un antagonista dei vecchi pubblicitari già due anni fa, quando a Cannes si presentò come nuovo direttore creativo del GoogleLab un mio ex collega di Ogilvy Interactive. Tenne un meraviglioso seminar sul futuro, e fu preceduto da una accorata lamentazione di Sir Martin Sorrel ("Google ci ruba i migliori creativi").

Oggi TBWA lancia una campagna adv sul service Google che realizza siti corporate e web marketing per le PMI italiane: tanti soloni levano le loro proteste, scandalizzati. Sono gli stessi che avevano detto nel '98 che Internet era destinato a restare un fenomeno di nicchia giovanilista. Gli stessi che due anni fa avevano commentato il mio post sul Google Lab con un sorriso sarcastico: "Si, e cosa potranno mai fare quelli del motore di ricerca? Mica sanno fare layout e storyboard!"

Peccato, dovevate svegliarvi una quindicina di anni fa. Adesso è tardi, layout e storyboard cominciano a diventare parole del passato, come la colla Cow o i bisturi che qualche art director ancora tiene nel cassetto, un po' nostalgicamente. Adesso, o hai cambiato mentalità e sei protagonista di questo nuovo giro di giostra digitale, o come ultima spiaggia puoi provare a tenerti saldamente attaccato alla televisioni ed ai loro ultimi luccichii stile anni '80.

Qualcuno, l'altra sera, proprio ad un incontro pubblico di Google in TP, mi ha detto che non siamo ancora al livello degli USA e quindi queste cose da noi succederanno molto più in là. Probabilmente non aveva tutti i torti. In fondo, siamo un meraviglioso paese: della broadband si parla e non la si stende, Riccardo Luna deve passare la mano dalla direzione di Wired perché non ne ha fatto un popolare giornale di gossip alla Signorini, al tg4 Fede si raccomanda ancora con i suoi ascoltatori di controllare i ragazzi davanti al pc, che facebook è pericoloso.

Per ritornare al video che ha generato questa riflessione, viviamo insomma in un paese in cui l'espressione "far parte di una Famiglia" ha ancora quel leggero e tutto sommato accettabile retrogusto mafioso. Di cosa ci vogliamo lamentare, allora?

P.s.: avete notato che il claim "Web is what you make of it" assomiglia pericolosamente a quello che aveva scritto Barbella una bella quindicina di anni fa per la campagna Swatch? Mica male, vedere gli italiani copiati dagli americani. A me era già successo e molto avevo riso...

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